La storia di Valenzano

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Valenzano si colloca sul litorale adriatico a circa 10 km sud-est di Bari tra la cimosa litoranea e la premurgia, primo gradino della murgia barese.

Data:

01 Febbraio 2023

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Descrizione

Il territorio si estende per 15,76 kmq, di cui 2,5 edificati con una densità abitativa di 1100 abitanti/kmq. Il paesaggio è caratterizzato da una serie di vasti ripiani che degradano verso il mare attraverso piccole scarpate con colture prevalenti di uliveti e vigneti.

Fondata fra IX e XI secolo, nel periodo, in cui la Puglia tornò sotto la dominazione bizantina.

La ripresa dei traffici con l'Oriente determinò nell'area pugliese, in particolar modo in Terra di Bari, un notevole sviluppo agricolo, demografico e urbano che vide il ripopolamento di vecchi insediamenti abbandonati e la nascita di nuovi insediamenti tra cui, probabilmente, anche Valenzano.

Crocevia tra la strada che da Canosa portava a Brindisi e la strada che da Bari portava a Taranto, è stato primo rifugio per chi sbarcava sulle coste baresi, per i popoli illiri prima dell'era romana, per i primi cristiani nell'era imperiale. Il paese attuale si è sviluppato verso l'anno 1000 intorno ad una torre normanna, posta a guardia della strada che collegava Ceglie a Norba e a guardia della stessa Bari. E' divenuto successivamente luogo fortificato mantenendo tale caratteristica fino al XVII secolo.

Sin dalla sua fondazione l'economia di Valenzano si è basata su una prevalente attività agro-pastorale, affiancata dall'artigianato. Nell'ambito delle attività agricole le coltivazioni di maggior rilievo sono sempre state quelle dell'uva, delle olive e delle mandorle.

Nella storia socio-economica di Valenzano, oltre che in quella culturale e religiosa, ha avuto una profonda incidenza la presenza dell'Abbazia di Ognissanti, comunità monastica benedettina fondata nel sec. XI che, a causa della consistenza dei propri possedimenti terrieri, per un certo periodo ha rappresentato una curtis, ovvero una vera e propria azienda. L'edificio abbaziale era circondato da ettari ed ettari di terreno e i monaci benedettini, per coltivarli, si servivano di contadini valenzanesi alle proprie dipendenze.

L'Abbazia rappresentò anche un polo attrattivo per le attività commerciali, perché attorno ad essa si svolgeva la fiera di "Tutti i santi" il primo novembre di tutti gli anni. La decadenza dell'Abbazia cominciò nel XIII sec. quando Papa Bonifacio VIII ne cancellò l'indipendenza, facendola rientrare nell´orbita della Basilica di San Nicola di Bari. La comunità monastica divenne più ridotta col passare del tempo fino a che fu soppressa nello XVI sec.; nel XVIII sec. L'edificio abbaziale fu abbattuto per ricavare materiale per l'edificazione del Santuario della Madonna del Pozzo di Capurso. Oggi rimane solo la Chiesa di Ognissanti, che prima faceva parte di un più ampio complesso.

I mercanti che intervenivano alla fiera di "Ognissanti" non potevano più trovare riparo nei locali dell'Abbazia, perciò, la fiera conobbe un periodo di decadenza, per poi riprendere vigore nei primi dell'Ottocento, quando un decreto di Gioacchino Murat ne deliberò il trasferimento all'interno del paese. Le attività mercantili che si svolgevano nell'ambito di questa manifestazione, subirono un notevole sviluppo, tanto che negli anni successivi all'Unità d'Italia le autorità cittadine furono costrette a cercare un nuovo e più ampio spazio per le transazioni commerciali, che fino allora si erano svolte nel Largo dei Frati e in Largo San Benedetto: fu in quelle circostanze che sorse l'attuale Largo Plebiscito.

Lo sviluppo della vita civile ed economica a Valenzano è sempre stato frenato dal regime feudale, che si fece gravoso per la popolazione in particolar modo nel Seicento, quando più dei 3/5 dei beni immobili e delle terre coltivate erano nelle mani dei feudatari e del clero locale; a ciò si aggiunga che in questo secolo Valenzano fu colpita dalla peste e da ripetute carestie.

L'eliminazione del regime feudale fu raggiunta ai primi dell'Ottocento, in periodo napoleonico, quando le conquiste della Rivoluzione Francese si allargarono a tutta l'Europa. In questo periodo iniziò ad affermarsi nella sfera politica una nuova classe borghese in ascesa, la quale aveva già raggiunto posizioni di prestigio in campo sociale ed economico.

L'affermazione politica di questo nuovo ceto emergente proseguì e si completò dopo l'Unità d'Italia: in questo periodo iniziò l'allargamento del paese oltre il centro storico. Negli jusi della parte vecchia, infatti, continuavano ad abitare i contadini e gli artigiani, mentre al di fuori delle mura erano costruite abitazioni più confortevoli e più ampie, adatte alla nuova borghesia che, in questo modo, segnalava il proprio prestigio.

Gli anni successivi all'Unità d'Italia furono caratterizzati a Valenzano dalla stagnazione della vita civile e politica, inquinata dal continuo sovrapporsi d'interessi pubblici e privati, come fu denunziato ripetutamente nelle relazioni dei Prefetti che si succedettero in questo periodo a Bari.

Nel Novecento il fenomeno che più ha inciso nella vita del paese, è costituito, oltre che dalle due guerre mondiali, dall'emigrazione. Il flusso migratorio si arrestò solo negli anni Settanta, a causa della riduzione delle possibilità di lavoro offerte da paesi stranieri.

Nell'ultimo quarantennio a Valenzano si sono verificati dei processi che ne hanno radicalmente mutato il volto: la sua economia è sempre stata a carattere prevalentemente agro-pastorale, però, a partire dagli anni Settanta, le attività agricole sono state notevolmente ridimensionate fino ad avere un'incidenza scarsissima nella vita del paese, mentre hanno conosciuto un fenomeno d'espansione le attività terziarie, che oggi costituiscono la base della struttura economica di Valenzano.

Tra gli anni '70 e '90 ha avuto una forte espansione urbana portando i suoi abitanti da 6.000 abitanti del 1971 ai 17.164 registrati dal censimento del 2001, connotandosi come città di residenza. Il contemporaneo acquisto da parte dell'Università di Bari di circa 150 ettari di terreno per il nuovo polo di sviluppo universitario con i successivi insediamenti del campo sperimentale della facoltà di Agraria, della facoltà di Medicina Veterinaria, di Tecnopolis, del Centro Laser, del Consorzio Carso, dell'Istituto di Oceanografia e dell'Istituto Agronomico Mediterraneo ha evitato il consolidarsi degli elementi negativi dell'inurbamento di cintura ed hanno fornito la condizione di titolata città di servizi nell'ambito dell'area metropolitana barese.

Ricco e significativo il suo patrimonio storico e artistico. Gemma d'incontrastato valore è la chiesa abbaziale di Ognissanti di Cuti, primo esempio di romanico pugliese, le cui soluzioni architettoniche ne fanno un esempio unico nel panorama internazionale. Il territorio è stato luogo di insediamenti peuceti, poi latifondo romano, dal cui proprietario probabilmente ha preso il nome.

Suggestivo il centro storico con disegno urbano tipico dei centri agricoli minori, con il suo palazzo del principe, la chiesa romanica di San Rocco, la chiesa neoclassica del Padreterno, ricostruzione dell'antica chiesa normanna dedicata a San Pietro, la chiesa cistercense di Santa Maria di Loreto. Pregevole la chiesa barocca di Santa Maria di San Luca dei Padri della Riforma Francescana, con altari scolpiti nel legno e ricoperti da lamina in oro e pregevoli dipinti di scuola pugliese e un imponente campanile di 45 metri, splendida emergenza che caratterizza l'intero abitato.

Alcune manifestazioni religiose e commerciali hanno un respiro provinciale: l'imponente e suggestiva processione del Venerdì Santo con 40 gruppi statuari accompagnati da numerosi complessi bandistici; la festa patronale di San Rocco con le splendide luminarie; l'antica Fiera Nicolaiana di Ognissanti, istituita da Federico II presso l'Abbazia Benedettina di Ognissanti, che ora si sviluppa su un percorso cittadino di circa 4 km con 800 operatori commerciali in tutti i settori merceologici.

Rinomato è anche il prodotto più tipico della tradizione gastronomica locale: la frittua, focaccia di pasta con patate, olio d'oliva, rigorosamente del luogo, e pomodoro fresco.

Ultimo aggiornamento: 13/02/2023, 15:14